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Oggi comunicare il pensiero e l'agire dell'impresa sociale e della cooperazione è una sfida cruciale.

Perché il mondo è cambiato e stanno cambiando radicalmente parole e paradigmi.Biodiversità-sostenibile-coesione sociale-fiducia-condivisione-appartenenza-responsabilità sociale: termini che vengono utilizzati in contesti diversissimi e con valori differenti.

In quale modo segnare la differenza? Come farsi capire anche da mondi apparentemente distanti? Raccontare in modo diverso il lavoro sociale è la sfida che ci ha lanciato CGM, consorzio di cooperative sociali a scala nazionale. Per uscire dalle solite retoriche, provando a comunicare a tutti e senza appoggiarsi a linguaggi convenzionali.Per questo comunicare la vita e le sfide di CGM è stata una partita culturale che può avere impatti forti su tutto il mondo dell’impresa sociale e dell’economia civile.E’ molto più che costruire un portale o progettare un grande meeting, si tratta di proporre e pensare un linguaggio nuovo per l’economia civile a cent’anni dalla nascita della cooperazione e a venti dai primi passi dell’impresa sociale.

Centrare la comunicazione su persone reali, sulle esperienze e sui lavori sperimentati davvero nelle varie cooperative.

Parlano immagini, vere, in presa diretta. Nessuna ipocrisia, nessun buonismo, nessuna compassione.Perché forse oggi vale di più restituire dignità alle persone, con tutte le loro differenze.Contribuisce più alla causa della disabilità il sorriso sfrontato e la vitalità di Bebe Vio, che decenni di commiserazione e finta umanità.Si combatte il razzismo più con storie di persone coraggiose e piene di iniziativa come Maramao, cooperativa agricola fondata da rifugiati stranieri, che con generici appelli alla solidarietà.